MICHELE MORONI IL TRAVELER MADE IN PAVIA

Oggi facciamo quattro chiacchiere con l'amico Michele Moroni (a proposito, lo trovate su Instagram col nick @michelemoroni7 ) fotografo che vive a Pavia dal 1992 e spesso condivide con @fotopavia i suoi scatti fantastici della città riscuotendo notevole successo.
Michele ci sveli com'è nata la tua passione fotografica?
"La mia passione per la fotografia probabilmente risale al periodo in cui, attorno ai 10 anni, mia madre mi ha permesso di usare una reflex completamente manuale appartenuta a mio padre, una Rollei. Ho imparato ad usarla leggendo avidamente un vecchio libro di fotografia degli anni '70 che avevo in casa, limitando le prove a quando mia madre mi prendeva una nuova pellicola. Probabilmente per mancanza di contatti con altri appassionati, il mio interesse è stato un po' latente per molti anni, fino a quando è arrivata l'era di Internet che mi ha permesso di vedere foto magnifiche scattate in tutto il mondo e mi ha fatto ritrovare la voglia di scattare. Alla fine degli anni 2000 sono stato folgorato dalle tecniche di postproduzione, digital merging e HDR; ho quindi deciso di imparare tutto quello che potevo sulla elaborazione digitale di immagini e da allora non ho più smesso"
Esplorando la tua galleria su Instagram si rimane affascinati dai tuoi scatti hdr che spesso ritraggono le architetture moderne delle metropoli, ci racconti come nascono queste foto?
"L'idea di visitare e fotografare un nuovo luogo il più delle volte nasce per caso. Spesso rimango colpito da una foto che vedo su Instagram, su Flickr o su qualche blog fotografico, e immediatamente provo a capire dove è stata scattata.
Successivamente ricerco altre fotografie o video ripresi nella stessa area, e se la località mi sembra fotograficamente interessante incomincio a programmare un viaggio. Alcuni luoghi rimangono dei sogni, per la difficoltà intrinseca del viaggio o perchè la visita avrebbe dei costi proibitivi, ma altre volte ci sono le condizioni giuste e quindi si parte."
Sul tuo sito internet www.michelemoroni.com ti definisci un Ethical Rooftopper, potresti spiegare a noi profani di cosa si tratta?
"Il rooftopping è una forma di esplorazione fotografica che consiste nello scattare foto della città da posizioni sopraelevate, in generale terrazzi di grattacieli. Spesso i rooftoppers portano questa pratica all'estremo, accedendo illegalmente a postazioni molto pericolose in una ricerca estrema della prospettiva migliore. In alcuni casi questa pratica ha portato alla morte del fotografo; un esempio per tutti Connor Cummings, caduto nel 2015 mentre cercava di scalare una impalcatura al 52mo piano di un edificio a New York. Le foto scattate da postazioni sopraelevate (chiamate low aerial views) sono sicuramente bellissime ma non credo che una foto, per quanto bella, valga azioni illegali o addirittura il rischio della vita.
Da questa convinzione nasce l'ethical rooftopping, ovvero la pratica di ottenere questo tipo di foto ricercando postazioni sicure e richiedendo, dove necessario, il permesso di accesso e/o il permesso di fotografare. Vero, spesso non è facile ottenere il permesso di fotografare in alcune postazioni e in alcuni edifici e qualche volta viene negato,  ma in generale con un po' di diplomazia si trova sempre una soluzione per fare una bella foto in sicurezza e legalmente"
Le testimonianze fotografiche tratte da paesi di tutto il mondo sottolienano la tua passione per i viaggi, a quale nazione o città ti senti più legato?
 "Fotograficamente parlando son fortemente attratto dalle aree urbane ad alta densità di grattacieli. Le città che mi hanno dato più soddisfazione sono Hong Kong e Singapore, dove ho avuto occasione di fotografare degli skyline da film di fantascienza e alcuni degli edifici più popolari tra i fotografi architetturali. Inoltre mi piace la cultura asiatica in generale, così diversa dalla nostra, e spero di avere ulteriori occasioni per approfodire la mia conoscenza di quelle zone del mondo"
Parlando del futuro, hai già programmato il prossimo viaggio?
" Sì, tra pochissimi giorni partirò per un tour fotografico in estremo oriente, che toccherà Malesia, Indonesia e nuovamente Singapore.
Sarà un viaggio che mi consentirà di riprendere sia le architetture civili della città sia le bellezze paesaggistiche e la natura incontaminata di quella parte del mondo. spero di iniziare a pubblicare queste nuove foto già a fine luglio"
Sul piano tecnico, quali macchine fotografiche e ottiche preferisci e, una volta eseguiti gli scatti, quali tecniche di post-produzione utilizzi maggiormente?
 "Al momento utilizzo una Canon 5D Mark II, una full frame di progettazione abbastanza vecchia (è stata presentata nel 2008) ma che fornisce ancora immagini di qualità accettabile. La limitazione più grande delle fotocamere di questa generazione è il rumore di fondo ad alti ISO, piuttosto evidente nelle foto notturne e ampiamente superiore a quello dei modelli più recenti. Sto valutando l'acquisto di un nuovo corpo macchina proprio per avere una resa del sensore migliore in condizioni di luce difficili. Per quanto riguarda gli obiettivi, ne posseggo diversi ma quello che uso più spesso è sicuramente il Canon EF 16-35 mm f/2.8L II USM, uno zoom grandangolare luminoso, perfetto per le architetture e molto valido anche per foto paesaggistiche. Più raramente uso uno zoom ad ampio range di focali, un Canon EF 28-300 mm f/3.5-5.6 IS USM, che fornisce immagini di ottima qualità ma per dimensioni e peso non è facilmente gestibile."
"Molte delle mie foto sono ottenute con tecniche HDR, ovvero sono la combinazione di più scatti ottenuti con tempi di esposizione diversi. Ad uno scatto correttamente esposto di solito aggiungo una foto sovraesposta e una sottoesposta presa in rapida sequenza; la loro ricombinazione via software fornisce un'immagine che avrà sempre una luminosità perfetta, sia nelle parti con luce più intensa sia nelle parti in ombra. L'immagine così ottenuta viene quindi ulteriormente processata, modificando la definizione dei dettagli, la saturazione e la tonalità dei colori. Per le foto architetturali spesso ritengo necessaria anche una correzione dell'effetto prospettico, specialmente quando utilizzo obiettivi fortemente grandangolari.
Differentemente da altri fotografi non ho un set di paramentri standard da applicare per massimizzare la velocità di produzione, ma ogni foto viene processata scegliendo al momento la procedura ed i parametri che ritengo più opportuni; per questo riesco a pubblicare al massimo un paio di scatti al giorno"
Sul tuo sito internet e sulla tua galleria di Instagram i tuoi scatti più belli sono sempre accompagnati da una didascalia che descrive l'esperienza che hai vissuto e spesso fornisce dettagli tecnici relativi alla sua esecuzione, che importanza dai alla condivisione delle immagini e delle informazioni?
"Spesso su Instagram mi passano davanti immagini di posti bellissimi e di edifici incredibili senza geolocalizzazione e senza alcuna didascalia di accompagnamento.
Quando le vedo mi farebbe sicuramente piacere avere delle informazioni ulteriori, non solo per programmare eventualmente una visita ma anche per capire le modalità di scatto, di processing e le difficoltà che il fotografo ha incontrato. Credo (magari illudendomi) che altri fotografi possano avere lo stesso desiderio quando vedono alcune delle mie foto, e quindi provo a dare qualche particolare in più che potrebbe facilitare e invogliare una loro visita o una serie di fotografie nello stesso luogo"
Parlando di social network, che rapporto hai con Instagram e perchè hai deciso di aprire un profilo?
"Credo che Instagram sia il più "difficile" tra tutti i social network legati alla fotografia, soprattutto per quanto riguarda il "rumore di fondo" dato da una sequenza continua ed interminabile di account che provano ad interagire solo per ottenere nuovi like e followes, ma che non sono realmente interessati al mio lavoro. Eliminate queste persone (spesso con un "block") rimangono dei profili estremamente interessanti che seguo con piacere e da cui sto imparando molto. Ho aperto un account Instagram qualche anno fa, curioso di vedere post di alcuni amici che mi hanno chiesto di rimanere in contatto tramite questo social. Oggi per me Instagram non è un posto dove guadagnare popolarità o followers, ma un mezzo per rimanere in contatto con le persone che conosco, per vedere nuove foto di luoghi conosciuti o sconosciuti e per trovare nuove ispirazioni."
Una curiosità: tutti i tuoi commenti postati su Instagram e la presentazione stessa del tuo sito sono in lingua inglese, ci spieghi il perchè di questa scelta?
"Gran parte delle persone che mi seguono e che apprezzano le mie fotografie sono amici che ho conosciuto viaggiando nelle parti più lontane del mondo. Pochissimi di questi conscono l'italiano, mentre la quasi totalità degli amici e follower italiani conosce l'nglese; mi sembra quindi una buona cosa utilizzare l'inglese per farmi capire da tutti e non escludere nessuno"
Dopo ogni viaggio transoceanico torni a far tappa a Pavia, che rapporto hai con questa città e con le sue architetture?
"Pavia è una città splendida dove ho studiato e vissuto per 20 anni e dove mi sento a casa. La città ha alcuni scorci architetturali molto popolari che mi fa sempre piacere vedere e fotografare; potrei menzionale il Castello, Piazza della Vittoria, il Duomo, che hanno un fascino sconosciuto per chi vive fuori dall'europa.
Occasionalmente mi trovate al tramonto sulle panchine vicino alla statua della Lavandaia sul Ticino, magari mentre guardo Instagram sul telefonino e penso ad un nuovo viaggio, ma con la mia fotocamera nello zainetto pronto per le luci della sera a Pavia."
Ultima domanda: svelaci quali sono i tuoi progetti futuri
"Benchè le foto puramente architetturali e paesaggistiche siano affascinanti, sto lavorando per imparare ad integrare architetture e figure umane, nella ricerca di una nuova espressione artistica. Attualmente non sono ancora soddisfatto degli scatti fin ad ora ottenuti e per questo non ne ho ancora pubblicato nessuno ma spero di essere in grado nei prossimi mesi"
...caro Michele aspettiamo trepidanti i risultati delle tue "sperimentazioni"

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